Non sono una ballerina, forse non lo diventerò mai. Ma questo non vuol dire che io non possa ballare tra i muri di casa mia o su un palco in un teatro. Se aspetto di essere perfetta forse non lo farò mai.
Così mi sento quando sono sola e accendo la musica, mi sento tutt’uno con la terra e tutto cambia. Non sono più io, non mi trovo più nella mia stanza. Non so dove sono, creo i miei mondi, le mie atmosfere, lascio che la musica entri dentro di me e che esploda nel movimento del mio corpo.
Non ho mai fatto danza in vita mia e prima di iniziare pole dance le mie amiche mi chiavano tocco di legno. Forse è per questo che sono molto critica con me stessa, non mi sento aggraziata e quando sono sul palo mi vedo pesante. Sarà questo che mi spine ad avere sempre paura ad esibirmi in pubblico e a sentirmi sulla cima di un burrone quando salgo su un palco.
Il bello di ballare non è farlo per gli altri ma farlo per se stessi. Lasciarsi andare, vivere un momento, interpretare una canzone e sprigionare le proprie emozioni.
Che è quello che si è proposto di esplorare il regista Ben Shirinian attraverso una serie di cortometraggi chiamati “Lost in Motion”. Nei video i ballerini entrano in una realtà completamente irreale, che è quel mondo immaginario che si costruiscono quando ballano, dove lasciarsi andare e dove probabilmente provano le mie stesse sensazioni e le mie stesse paure.
Ma se questi ballerini che ai miei occhi sembrano perfetti provano le mie stesse paure, allora perché dovrei rinunciare ad esibirmi perché non mi sento perfetta? La mia sfida di quest’anno è stata quella di esibirmi all’Italian Pole Dance Conference su una canzone che amo Sinuosa degli Io?Drama.
Superata la sfida? Non lo so ditemelo voi.
Lost In Motion II è coreografato da Guillame Cote, la ballerina è Heather Ogden (ora parte del The National Ballet of Canada).
Questo post fa parte del blog hop di Aprile organizzato dalla Pole Dancing Bloggers Association.