Berlino, malgrado sia solo ottobre già settimana scorsa siamo andati sotto lo zero. Nonostante il riscaldamento acceso al massimo dall’inizio del mese, se mi voglio allenare in casa le possibilità sono due:
- io sono calda e il palo è freddo;
- il palo è caldo e io sono fredda.
Ora, assodato il fatto che se scaldo il palo salendoci mi raffreddo io, ho escogitato mezzi #pocosbatti per scaldarlo.
- Il phon: arma fidata. Come James Bond mi avvicino quatta quatta e poi lo accendo al massimo, scaldando prevalentemente la parte centrale del palo, quella che userò di più. Sono però un gentle killer e nel frattempo accarezzo il palo (anche per togliere eventuali residui di iTac e pulirlo un po’);
- Il pinguino de Longhi: lo accendo e lo avvicino al palo sperando che come l’onda energetica di Dragon Ball la sua potenza mi scaldi il palo dal basso verso l’alto – meno efficace ma scalda l’ambiente e io non mi raffreddo;
- L’abbraccio della mamma: con un plaid che mi avvolge come un pareo per esquimesi mi attacco al palo volendogli UN SACCO bene. Poi quando ci siamo scaldati un po’ entrambi mi scopro un pochino e inizio ad arrampicarmici, salendo e scendendo a mo’ di koala, l’eterno abbraccio. Sì, il plaid lo tengo che mi tiene calde cosce, pancia e schiena 🙂 Metodo consigliato per chi ha carenze d’affetto.
Lo sport d’inverno non si vive, si soffre.
PS: Sì lo so che la X-Pole ha inventato lo scaldino per il palo, ma volete mettere il rapporto personalissimo che mi sono creata con un oggetto metallico?