Nell’ormai eterno dibattito su “la pole dance è uno sport o una danza sensuale?”, chi cerca di prenderne le distanze dalla lap dance e chi invece ne rivendica con orgoglio le origini… beh, ho deciso di raccontarti la storia delle vere pioniere, quelle che per prime hanno aperto scuole di pole dance nel proprio Paese.
E sì, anche l’Italia è in questa mappa globale.
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👉 Storia della Pole Dance – Pole Dance Italy
Tutto cominciò in Canada…
Era il 1994 quando una giovane donna canadese, Fawnia Mondey Dietrich, decise che sì, il palo poteva uscire dai club e diventare qualcosa di più.
Aprì i primi corsi ufficiali a Vancouver, registrò addirittura un video didattico (il primo al mondo!), e senza saperlo fece nascere una nuova disciplina: la pole dance come la conosciamo oggi.
Con un mix di sensualità e tecnica, Fawnia ha ispirato generazioni. E da quel momento, il palo ha cominciato a girare anche oltre oceano.
Dall’altra parte del mondo: l’Australia alza il ritmo
Nel 2004, mentre in Europa ancora si discuteva se fosse danza o fitness, in Australia la pole dance era già uno spettacolo.
Bobbi, ex showgirl e ballerina, aprì il primo Bobbi’s Pole Studio a Sydney, dando vita a un vero impero del palo: sedi in tutta l’Australia, fino in Malesia e Singapore.
Ma Bobbi non era sola: nello stesso anno, Kennetta Hutchens fondò Pole Divas a Melbourne, oggi con quattro sedi, e Cristie Love lanciò Lady Love Pole Dance Studio ad Adelaide, oggi gestito da una delle sue allieve.
Un’ondata di glitter, tacchi e potenza femminile che travolse il continente.
Inghilterra: dal tacco alla competizione
Nel Regno Unito la pole dance trovò terreno fertile grazie a Kay Penney, che già nel 2001 cominciava a insegnare in segreto.
Nel 2003 aprì la sua scuola, Pole Passion, e due anni dopo organizzò la prima competizione ufficiale: Miss Pole Dance UK. Piccolo anedotto: nel 2005 vince questo campionato Elena Gibson, che fu poi squalificata 24 ore dopo, perché indossava i tacchi. Incredibile, no?
Ma la vera rivoluzionaria fu KT Coates, che nel 2006 aprì Vertical Dance e portò la pole su internet: video didattici, articoli e una visione precisa: rendere la pole uno sport vero e proprio.
Le palestre, all’inizio, le chiudevano la porta in faccia. Ma lei ha resistito, e oggi il Regno Unito è uno dei Paesi con più scuole al mondo. Aggiungiamo anche che, Katies Coates insieme a Tim Trautman, fondò nel 2009 la IPSF International Pole Sport Federation.
Tokyo chiama New York: il Giappone scopre la pole
Nel 2007, una ballerina giapponese di nome Lu Nagata tornò a Tokyo dopo un’esperienza a New York con un’idea in mente: aprire Pole Dance Tokyo (oggi Art Flow Tokyo).
Nel giro di pochi mesi, altre due scuole nascevano: Eye Candy Pole Dance con Yossy, e Luxurica con Reiko.
La pole giapponese è diventata sinonimo di eleganza, precisione e storytelling visivo, un mix unico tra cultura orientale e body movement contemporaneo.
Italia: il palo prende casa anche da noi
Anche in Italia la pole dance ha trovato le sue pioniere coraggiose.
Dana Hesse, ballerina e autodidatta, aprì nel 2006 una scuola a Milano, ispirata dai suoi anni nella lap dance. Ma quella non era solo danza erotica: si facevano già trick, spaccate e inverts.
Poco dopo, Medea Felina provò a portare il palo a Catania – non fu facile – e poi aprì la sua scuola a Milano nel 2008.
Lo stesso anno, a Roma, Titty Tamantini, ex atleta e performer, fondò PoledanceXfit, quando ancora si chiamava “LapGym”.
Da lì, a seguire un’esplosione con le prime scuole che ci hanno creduto: Pole Dance Milano, Pole Dance Bologna Milan Pole Dance, Vertical Dolls Roma… oggi l’Italia conta oltre 400 scuole di pole dance. Una rivoluzione verticale.
Stati Uniti: la pole diventa “fitness”
Negli anni 2000, a Los Angeles, Sheila Kelley lanciò un’idea destinata a cambiare tutto: la pole dance come fitness.
Creò S-Factor, un metodo rivolto alle donne per riscoprire forza, sensualità e benessere.
In quegli anni i video virali iniziarono a girare, le community online spuntarono ovunque e la pole divenne sempre più sportiva.
Fu una svolta: da showgirl a sportiva, da palco a palestra.
Brasile: da una soap alla realtà
A San Paolo, nel 2007, Cristina Longhi vide una scena in una telenovela brasiliana: una donna ballava sul palo.
Scattò qualcosa. Si allenò da autodidatta, guardò video online e nel 2008 aprì la prima accademia di pole dance del Brasile.
Oggi è una delle coach più importanti del Sud America, e ha avuto allieve incredibili come Rafaela Montanaro che portano il Brasile tra i Paesi leader nel mondo pole.
E oggi? Verso le Olimpiadi
Da club a campionati, da sensualità a sport, la pole dance ha fatto un percorso straordinario.
E ora siamo pronti per il grande salto: il riconoscimento da parte del CONI, grazie all’inserimento nella FIDESM – Federazione Italiana Sport Musicali e Coreografici.
🎥 Guarda il video: La mia intervista alla Presidente FIDESM Laura Lunetta
Da Vancouver a San Paolo, da Tokyo a Roma, il palo ha fatto il giro del mondo.
Oggi siamo noi a scriverne la prossima pagina.